🎯 Come stimolare la concentrazione in classe
Questa è la dodicesima newsletter del 2024. Parliamo di focus e di consigli per lavorare concentrati in classe (non solo gli studenti ma anche noi). Di respiri e ... di Sfide
Una delle prime evidenze che mi hanno lasciata basita quando ho iniziato ad insegnare era che i ragazzi (allora insegnavo alle medie) non riuscivano a studiare a casa. Da una parte c’era la mancanza di abitudine: per tutti i cinque anni delle primarie avevano concluso la scuola alle 16.30 e di conseguenza non avevano spesso compiti per il giorno dopo, ma solo qualcuno per il week end. Dall’altra il pomeriggio erano in casa da soli perché i genitori lavoravano e non c’era qualcuno che potesse dare loro una mano o anche solo un’occhiataccia se non aprivano i libri.
Cambiare un simile stato delle cose, significava combattere una battaglia contro l’organizzazione sociale delle famiglie, del lavoro, della scuola, del mondo intero. Una strada impraticabile. Scegliere come obiettivo di convincerli a studiare da soli mi sembrava troppo arduo, ma potevo (cambiare obiettivo e) ottimizzare il lavoro in classe in modo che il lavoro a casa fosse più semplice e magari li potesse spingere a studiare di più (Spoiler: io alla fine ci sono riuscita e, prima dell’esame di terza media, i miei alunni si ritrovavano per studiare insieme in biblioteca e si aiutavano, per giunta).
Il tempo del lavoro in classe è un tempo prezioso e non va sprecato: se in classe si può essere concentrati, l’apprendimento può funzionare e questo ha una miriade di benefici per la crescita nostra e dei nostri studenti.
Entrare nel flow quando in classe siamo tutti assorbiti in un compito e per noi esiste solo quello è un’esperienza talmente gratificante che non si può non desiderare che si ripeta innumerevoli volte.
Mi viene in mente un’immagine perfetta per descrivere questo lasciarsi assorbire da ciò che si fa, quel momento in cui il fluire dell’istante sembra spalancare uno spiraglio di eternità. Si chiama “Il Respiro”, l’ha disegnato una mia amica, Martina Defraia (puoi trovare Martina e le sue splendide creazioni sul suo blog, Il telaio storto, e su Instagram @blusquonk).
Non è una meraviglia? Non vorresti fermare tutto per goderti un momento così intensamente felice? Non sarebbe possibile renderlo concreto in classe?
Certo, che è possibile. Sennò per che cosa ti scrivo?
Ma come si fa in pratica a rendere fruttuoso il tempo in classe? Come farli stare concentrati su un compito? Ci sono strategie applicabili?
Ovvio che sì. La prima cosa è che l’obiettivo deve essere un lavoro concentrato, perciò devi utilizzare tutto ciò che hai a disposizione per eliminare intromissioni e distrazioni. Diventa più facile quando l’obiettivo prevede di creare una routine, una abitudine, perché questo riduce sul medio e lungo periodo la possibilità di distrarsi.
- Organizzare bene il tempo
Struttura la lezione in moduli ben definiti, ciascuno con obiettivi chiari e tempi assegnati. Ogni lezione ha una struttura tripartita: l’inizio o introduzione, in cui si utilizzano 5/10 minuti per attivare preconoscenze e coinvolgere l’attenzione, lo sviluppo in cui concentriamo gli sforzi maggiori in termini di concentrazione, e infine la conclusione che può essere utile per fare un breve recar del percorso seguito o rispondere alle domande.
Far sapere agli studenti che c'è una struttura e un flusso da seguire previene (per quanto possibile) la perdita di interesse o l'ansia da prestazione. Ad esempio, spiego come intendo svolgere la lezione e perché, secondo la logica del minor sforzo massimo risultato. Addirittura a volte domando loro di scegliere la migliore tra due opzioni che ho immaginato per la lezione: questo li coinvolge e li rende partecipi di una decisione condivisa.
- Prevedere delle pause
Se non c’è concentrazione, proseguire è inutile. Il cervello ha bisogno di ossigenarsi, di fare un bel respiro (mi piace questa parola). Secondo la ricerca, brevi pause durante le sessioni di apprendimento migliorano significativamente la concentrazione e la performance degli studenti. Introdurre una "pausa per il cervello" di 5 minuti dopo ogni 25-30 minuti di lezione, come suggerisce il metodo del Pomodoro (io lo uso da anni con soddisfazione: puoi provare qui), dove gli studenti possono alzarsi, chiacchierare o fare una passeggiata in bagno. Questi momenti sono utili per riprendere concentrazione nelle fasi successive della lezione.
- Detox digitale
Perché la lezione funzioni è assolutamente necessario che gli smartphone vadano a nanna e si accenda il cervello. Non c’è competizione: gli schermi dei cellulari sono una delle principali fonti di distrazione in assoluto ovunque e per tutti (noi compresi). Consiglio di creare una politica chiara sull'uso dei cellulari. Puoi adottare una "scatola del telefono", dove gli studenti depositano i loro dispositivi all'inizio della lezione, o stabilire luoghi designati in cui l'uso del telefono è permesso solo durante le pause. Io chiedo di lasciare i telefoni sul banco solitario vicino al pesce rosso, Barbarella, che vigila dalla sua vasca.
Uso del corpo
Sono convinta (un giorno spero di poterti spiegare la mia idea su questo) che il corpo sia il canale più efficace per generare apprendimento. Per poter investire tutta la concentrazione del mio corpo nel cervello, il mio fisico deve avere scaricato l’energia inutile e avere scelto di convogliare l’attenzione su una cosa specifica. Considerare il corpo nella lezione significa che osservo come ciascuno apprende, come posso spiegare un concetto attraverso il corpo, ma anche come il mio corpo occupa uno spazio che può scegliere di interagire oppure no con loro. Ad esempio, io mi muovo moltissimo all’interno dell’aula e tra i banchi e la mia natura meridionale mi porta a gesticolare per esprimere i concetti. Si possono introdurre brevi sessioni di brain gym, un po’ di stretching, saltelli o sacco vuoto sacco pieno o qualunque altra bizzarra idea tu possa partorire, o magari sei già una formidabile insegnante di yoga o tai chi. Un corpo rilassato aiuta la concentrazione: mens sana in corpore sano.
Attenzione alla mindfulness
La pratica della mindfulness, o attenzione consapevole, essere pienamente presenti e impegnati nel momento attuale, si è diffusa moltissimo anche nella scuola. Personalmente la apprezzo anche se non sono un’esperta: riportare la mente al corpo, al momento presente, focalizzarsi sul respiro (ancora…), esserci con tutta la coscienza è per me un’operazione del pensiero di estremo valore. Ma attenzione perché, per chi non è abituato o è alle prime armi, questa pratica può sollecitare una forte emozione e scatenare reazioni di pianto. Perciò, il mio è un invito alla cautela.
Puoi iniziare con sessioni di 5 minuti di respirazione consapevole o di ascolto attento all'inizio o alla fine di ogni lezione. Guida gli studenti a concentrarsi sul loro respiro, suoni o sensazioni fisiche, aiutandoli a ritornare al presente ogni volta che la mente vaga.
Un esempio fattibile è l'introduzione di un "momento di silenzio" prima di iniziare un test o un compito difficile.
- Uso della musica classica
Faccio sempre l’esempio delle cascine dove si ascolta la musica classica diffusa nelle stalle: anche le mucche apprezzano e fanno più latte. Si racconta anche del cosiddetto "Effetto Mozart”, secondo cui ascoltare musica classica può potenziare temporaneamente le capacità cognitive.
Ci sono diversi esempi testati, io ho sperimentato che invitare all’ascolto della musica classica, anche per cinque o dieci minuti ha un effetto rilassante e calmante sui ragazzi, quando sono “molesti” come dice la mia collega di sostegno.
- Limitare le distrazioni
Non so se sia sempre possibile modificare l’ordine e la disposizione dell’arredamento nelle classi secondo i principi del Feng Shui. Ma ogni tanto un po’ di decluttering scolastico servirebbe. Il punto è che un luogo pulito e ordinato agevola la mente ad essere pulita e ordinata. Lo so: si fa quel che si può.
- Scrittura espressiva
Quest’ultimo è secondo me lo strumento più potente per attivare la concentrazione. L’adolescenza (ma anche l’infanzia) è un ribollire di emozioni, sentimenti, fantasie, esplorazioni mentali tali da impedire che qualunque altra informazione possa raggiungere i nostri alunni. Incoraggiare la scrittura espressiva può essere un ottimo modo per permettere agli studenti di svuotare la mente dalle preoccupazioni e concentrarsi sul momento. Assegnare cinque minuti all'inizio della lezione per scrivere liberamente su un diario o un pezzo di carta può aiutare gli studenti a liberarsi delle distrazioni mentali e prepararsi all’apprendimento. L’ho abbinato alla musica classica, precisando che non avrei letto nulla e che potevano fare degli errori. Confermo che è un esercizio molto più utile di quanto immaginassi. E lo introdurrò stabilmente nella mia pratica didattica.
Questo approccio non solo migliora la concentrazione degli studenti, ma aumenta la loro autoconsapevolezza e capacità di autoregolazione.
Non ho la pretesa di esaurire la lista, perciò invito a sperimentare e adattare alla classe e alle esigenze che riscontrate.
Attenzione: non
significa trasformare il lavoro in gioco. La scuola, l’apprendimento, è faticoso e non si può mentire a bambini e ragazzi dicendo che è tutto divertimento. Non è certo questo che permette di concentrarsi su un compito.
“Nello stesso tempo, spiega Csíkszentmihályi nel suo libro "Flow: Psicologia dell'esperienza ottimale” (ti avevo detto che mi è parso importante?), sarebbe un errore aspettarsi che, se tutti i lavori fossero strutturati come dei giochi, tutti ne sarebbero soddisfatti. Persino le condizioni esterne più favorevoli non garantiscono che una persona provi il flow. Poiché l'esperienza ottimale dipende da una valutazione soggettiva delle opportunità di azione e delle proprie capacità, succede piuttosto spesso che una persona sia scontenta anche con un lavoro potenzialmente magnifico”.
Ma sopratutto: vivere le cose come sfide, come opportunità e aperture a nuovi orizzonti.
Considerare che le sfide possano conferire significato alle nostre attività e che persino le sconfitte possano trasformarsi in vittorie attraverso l'apprendimento e l'adattamento è un messaggio potente.
La sfida può essere accettata diversamente dagli studenti, e non necessariamente come una competizione sterile e prestazionale, in quanto ogni nuovo apprendimento rappresenta di per sé una sfida. Ad esempio, imparare il concetto matematico dell'infinito può diventare una gara personale per risolvere un'espressione nel minor tempo possibile (non so se ho fatto l’esempio giusto ma spero sia comprensibile).
Questa prospettiva incoraggia a vedere la vita come un percorso di apprendimento continuo, dove ogni esperienza, sia essa positiva o negativa, contribuisce alla nostra crescita personale. La capacità di trasformare gli ostacoli in opportunità è la chiave per una vita ricca di significato e soddisfazione. Imparare dai fallimenti, invece di lasciarsi abbattere da essi, ci permette di costruire resilienza e di progredire verso obiettivi sempre più sfidanti.
Tuttavia, per incoraggiare gli studenti a percepire l'apprendimento come una sfida positiva, dobbiamo prima considerare le nostre attività didattiche come sfide personali. Ad esempio, potrei considerare una sfida il completare un'intera lezione su Pirandello in un'ora, catturare l'attenzione degli studenti sulla questione dell’inettitudine in Svevo, o rendere capaci gli studenti di esporre in quattro minuti le loro conoscenze sulla Rivoluzione Francese. Solo così, riconoscendo le nostre sfide, possiamo aiutare gli studenti a fare lo stesso con il loro apprendimento.
E giusto questa settimana ho in programma di partecipare a Sfide, ci sarò il 22 dalla mattina. Ci vediamo lì?
Buon caffè ☕️
Simona
PS: Il prossimo lunedì cerchiamo di capire insieme come ac-cogliere le sfide e farle diventare affrontabili.
Numero ricchissimo, questo, Simona. Di primo acchito, mi verrebbe da dire: "quante volte trascuriamo il corpo dei nostri studenti?". Pretendendo che stiano seduti e composti su seggiole scomodissime, che non guardino fuori dalla finestra, che non si stiracchino etc. Io confesso di essere molto 'permissiva', in questo versante...