🤫#13 Silenzio
Questa è la tredicesima newsletter del 2025 e il primo ciclo di 2 mesi finisce. Mi dedico al silenzio, una competenza a volte acclamata ma realmente angusta. Che però lascia spazio
Esci da scuola e…
Quando finisce l’ultima ora di lezione, quando la porta dell'aula si chiude alle spalle e ci si avvia lentamente verso casa, quando infuria l’intervallo, c’è una sola cosa che ogni insegnante desidera più di qualsiasi altra: il silenzio.
Finalmente il silenzio
Lo capisco bene, perché anch’io lo bramo con ogni fibra del mio essere. Appena chiusa la portiera della macchina, resto
qualche minuto immobile, immersa in quel silenzio assoluto che sembrava quasi irreale dopo una giornata passata a gestire voci, richieste e continue sollecitazioni.
Quello che non si dice del silenzio
Siamo immersi in una società che premia il rumore, il movimento costante, la comunicazione ininterrotta. Ogni tanto qualche fuffarolo prova a riproporlo: il silenzio aiuta la crescita personale, il pensiero creativo, la comunicazione con gli alieni, con il risultato di fare tanto rumore intorno al silenzio.
Nessuno, secondo me, come un insegnante, che vive di parole e ascolto per gran parte della giornata, che nutre i suoi istanti di relazioni e che si sgola e sussurra (ci si alterna…) per lanciare un amo che catturi l’interesse nella palude della platea studentesca, sa quanto sia prezioso e rigenerante il silenzio.
Non è semplicemente assenza di rumore: è uno spazio necessario di demarcazione, una zona franca tra il nostro ruolo professionale e la vita privata. È in quei momenti silenziosi che si riesce a lasciar andare le tensioni, a ricentrarsi, a ritrovarsi.
È uno spazio necessario.
Nel silenzio avviene qualcosa di magico
Chi non riesce a sopportare il silenzio dovrebbe forse domandarsi che cosa gli impedisce di stare da solo con se stesso. Perché alla fine, chi sa stare bene con se stesso, è anche in grado di stare meglio con gli altri.
Pensavo che sarebbe bello avere un momento cloud in cui godersi uno stacco, una cesura, un respiro… in uno spazio altro…
Non è sempre detto che siamo del tutto in pace con noi stessi, ma l’esercizio del silenzio allena ad ascoltare meglio, comprendere più a fondo le esigenze degli altri e gestire con più calma e lucidità anche le situazioni più complesse.
E avere intorno un’aria più respirabile.
Buon caffè ☕
Simona
PS: A volte ci servono degli “incentivi” per condurci al silenzio, o anche solo a riconoscere dei segni utili. Perciò volentieri suggerisco, per chi può, la chiacchierata con Lucia Todaro, psicopedagogista e autrice del libro “La felicità possibile” che ho citato nelle scorse puntate. L’evento è gratuito e prenotabile qui (sono rimasti pochissimi biglietti!).