🌺 Il potere di un "grazie"
Questa è la quattordicesima newsletter del 2024. Dove si dice "grazie"
Come abbiamo detto nella scorsa newsletter, da aprile a giugno, andremo con ritmo più lento: si ricuce, si riprende, si torna indietro. Come chi scava in profondità per conservare ciò che è prezioso.
È assolutamente controintuitivo perché a scuola questo è il momento delle corse per recuperare, finire, interrogare… e invece io credo che la primavera inviti proprio a godersi il momento della fioritura: se il lavoro c’è stato, sarà inevitabile veder sbocciare qualcosa. E se non c’è stato, sarà un’(in)evitabile rincorsa a recuperare il tempo perduto. Ma è un’impresa poco ragionevole, che genera solo ansia e frustrazione sia negli studenti, sia nei docenti. Il tempo perduto è perduto, per l’appunto.
E siccome questa è una settimana che inizia a metà, voglio condividere con te un pensiero che fa ripartire con il piede giusto.
In questo inizio di nuovo trimestre, non posso fare a meno di esprimerti la mia più sincera gratitudine. Ogni lettura, ogni messaggio, ogni gesto di supporto non è mai scontato. Niente lo è. E quando ci penso, inevitabilmente ho un moto di gratitudine.
Educarsi alla gratitudine non è mai tempo perso: significa investire con un raggio di sole il lungo inverno dell’aridità che a volte ci mortifica, e permettere ai fiori (che a volte sono un po’ stentati e bruttini e anche abbastanza spinosi) di sbocciare e mostrare la loro bellezza.
Chissà perché la primavera mi fa essere più grata, anche in questo abbozzo fastidiosamente piovoso…
Mi permette, forse, di soffermarmi sul valore della pazienza e del lavoro silenzioso; mi ricorda che, pure quando tutto sembra immobile e oscuro, qualcosa di delicatamente meraviglioso si sta preparando sotto la superficie. Così è per i fiori che sbocciano, così è per le idee e i progetti che abbiamo affrontato in questi mesi.
La gratitudine è la spinta ideale per rinarrare la storia che abbiamo vissuto, dando nuova luce alle esperienze che ci hanno segnato.
Perché ri-narrare è importante?
Perché ci permette di rivivere le cose con una prospettiva diversa, cogliendo sfumature che prima ci sfuggivano. La scuola non è solo un luogo di apprendimento accademico, ma anche un ambiente in cui la fatica, le sconfitte, e persino i fallimenti possono trasformarsi in opportunità di crescita.
Lo diciamo spesso, vero? Ma come succede in pratica?

Un brutto voto, un disaccordo, una perdita possono diventare, con la giusta narrazione, occasioni per aprire nuovi spiragli di comprensione e consapevolezza. Tutto assume un nuovo significato se inserito in una narrazione più ampia, che ci aiuta a comprendere meglio noi stessi e il mondo che ci circonda.
“La gratitudine spiega il nostro passato, porta pace al presente e crea una visione per il domani”.
Melodie Beattie
Insieme, possiamo creare una scuola più ricca di significato, dove ognuno si senta protagonista della propria storia. Ma i primi a portare quest’aria di freschezza non possono che essere gli insegnanti.
Gli insegnanti, gli adulti in genere, hanno uno straordinario potere nei confronti dei bambini e dei ragazzi: sono capaci di restituire narrazioni. Tutto è una narrazione, un continuo tessere e ritesse sulle trame del mondo come Penelope sulla sua tela.
Come ri-narrare?
Attraverso la scrittura, la poesia, la musica, l’arte? Può darsi, ma la forma più semplice di narrazione in cui ognuno ha la possibilità di esprimere la propria voce e dare forma alle proprie esperienze è
un piccolo acerbo testardo moto di gratitudine.
Perché questa è un'occasione da non perdere?
Perché ri-narrare la nostra storia ci aiuta a crescere, a imparare dagli errori, a dare valore ai successi e a costruire un futuro migliore. È un'occasione per rafforzare i legami con chi ci circonda e per dare un senso più profondo al nostro percorso scolastico e non.
Raccontare e ri-narrare non sono solo atti di creatività, ma potenti mezzi di trasformazione, come lo è la primavera con le sue rinascite dirompenti. Rivedere la nostra storia attraverso uno sguardo diverso, più ampio e accogliente, può rivelare aspetti precedentemente nascosti e dare nuovo valore alle nostre esperienze. Questo processo di rifioritura è fondamentale, non solo per superare le difficoltà ma anche per scoprire nuove possibilità di essere e di crescere.
La primavera è il tempo perfetto per sbocciare, non solo come fiori, ma anche come persone.
Grazie per essere parte di questo continuo sbocciare, per crescere e fiorire insieme a me. Condividi con qualcuno che ne ha bisogno questa newsletter: il modo migliore per diffondere good vibes è condividere gratitudine il più possibile.
Ti auguro un trimestre ricco di nuove idee, progetti e, soprattutto, di nuove speranze.
Con affetto e riconoscenza,
Simona ☕️
Che bellissime, queste tue parole di oggi. E quanto al potere delle ri-narrazioni, mi hai fatto venire in mente lo scrittore (penso fosse Calvino, ma non ne sono certa) che disse che "le cose si vedono bene solo la seconda volta"...
E poi, tutti quegli oleandri, i gigli di mare, quei cieli sardi... come non abbandonarsi alla gratitudine?
Ciao Simona, sei la seconda persona che monta riflettere su questo radicale cambio di prospettiva. Avete ragione. Il tempo perduto è perduto. Fermiamoci, anche in classe, e cerchiamo di educare alla gratitudine. Grazie.