🚀 5 strumenti per il back to school
Questa è la trentacinquesima newsletter del 2024, ci assicuriamo di iniziare l'anno con gli strumenti "giusti": ci risparmiano tempo, migliorano il nostro lavoro, ci piacciono.
Avere strumenti è un modo per essere credibili
Nella calura di Ferragosto, mi è arrivata la notizia dell’assegnazione delle classi. Come era nei pronostici, ho una classe prima.
Chissà perché le classi iniziali, “nuove”, ancora ignote, mi fanno correre a controllare se l’arsenale dei miei strumenti è sufficientemente provvisto di munizioni.
Prima ancora di iniziare qualsiasi sorta di linguaggio, i nostri progenitori hanno costruito strumenti. Nessun animale l’ha mai fatto.
E se uno strumento essenziale, in my opinion, per un insegnante è, come dice Stefania @nonchiamatelamaestra, la credibilità, “se sei una persona credibile agli occhi dei tuoi alunni, loro raggiungeranno miglior livelli di apprendimento”, uno dei modi per esserlo è sentirsi sicuri degli strumenti che abbiamo.
(Preciso una cosa. Diverse volte parlando con la psicologa Vittoria Maioli Sanese, scomparsa recentemente, mi sono sentita ripetere spesso che per far crescere un ragazzo sano è sufficiente un rapporto di fiducia con un adulto - come sarebbe interessante capire che cosa vuol dire essere adulto… in questi tempi così fluidi e strani in cui gli adulti veri sembrano i nostri figli - e basta, chiudo le parentesi).
Un modo per essere davvero credibile (uno, non certo l’unico e neanche il più importante) è quello di “saperne di più”. Non certo delle loro “cose” (sarebbe davvero inquietante, no?) ma di quello che la società propone, dove si dirige la tecnologia, essere capace di gestire l’innovazione.
Credo che semplicemente inorridire di fronte alle frontiere degli ultimi ritrovati senza averne testato le potenzialità, sia il modo in cui si è, in passato, solidificata la differenza tra generazioni. Ma la velocità dei cambiamenti della nostra epoca preme con urgenza affinché, non soltanto gli adulti (quelli veri, che possono vagliare le novità sulla base della propria esperienza e che sanno dare giudizi equilibrati e utili alla crescita) vigilino sulle app che utilizzano le nuove generazioni, ma che siano appunto in grado di filtrarle perché siano “usabili”. Senza demonizzazioni e facili entusiasmi. Ma cum grano salis.
5 suggerimenti
Ed ecco una selezione di ciò che utilizzo (che ho testato in questi mesi) e che può risultare interessante rispetto all’intelligenza artificiale. Probabilmente molti già conoscono alcune o tutte, mi piacerebbe scoprire come le utilizziamo noi insegnanti.
Qualche sbruffoncello ci sarà sempre a inizio anno che cercherà di fare i compiti con ChatGPT (io aspetto la versione 5 perché attualmente non mi sembra che funzioni molto bene l’AI di OpenAI, neanche nella versione a pagamento!).
Anche questo contribuisce a costruire una credibilità: perché gli studenti capiscono chi è in grado di discernere e di dichiarare “questo mi piace, è utile perché… questo fa cagà perché….”. E, bonus track, lo apprezzano pure.
Quindi di seguito alcune IA (già testate) da provare e i motivi per cui vale la pena. Sono tutte gratuite (alcune hanno anche la versione PRO a pagamento)
Perplexity. C’è chi “googla” la qualunque e chi mente. Io googlo tutto: dalla ricetta alla citazione, passando per la via dove è nato chi e come funziona la brugola. Ma questa app (gratuita) è meglio. Perché? Intanto perché puoi utilizzarla anche in modo anonimo senza “sign in”, che quando hai fretta ti scazza parecchio. Ma sopratutto perché ti offre subito una risposta preparata dall’intelligenza artificiale sulla base dei siti consultati. Quindi opera già una cernita “ragionata” (per come può farlo qualcosa che non è nella tua testa) e ti propone i siti più pertinenti rispetto alla domanda da te posta. Se vuoi approfondire, ti suggerisce alcune opzioni. Per il resto funziona come Google: tu fai una domanda, ma anziché una serie di siti che rispondono alla SEO (cioè all’ottimizzazione delle pagine web per la ricerca), ti risponde selezionando i siti migliori. Nello screenshot sopra, puoi osservare che se di default cerca nell’intero web, puoi, cliccando su Focus, cercare tra fonti specifiche. Vuoi cercare immagini? Puoi. Video? Anche? Vuoi fare delle ricerche specifiche? E che te lo dico a fare?
(La possibilità di spulciare su paper scientifici è secondo me la più “gustosa”, perché posso verificare le ricerche più recenti). Se vuoi uplodare dei file su cui fare ricerca devi però loggarti. La versione free ha ovviamente un numero di ricerche gratuite nell’arco delle 24 ore che si rigenerano. Nessun insegnante sarà mai più colto alla sprovvista. Le ricerche possono essere salvate con l’accesso all’account, ma nel caso non sapessi che cosa chiedere scegliendo la funzione Discover puoi curiosare su milioni di notizie provenienti da tutto il mondo.
Preferisco Claude 3.5 Sonnet1 (la versione gratuita, in pratica) perché è intanto un modello di linguaggio più evoluto (scrive decisamente meglio di Chat GPT 4o e 4.0), ma sopratutto perché, anche se in numero limitato nella versione free, ha delle opzioni impagabili: gli “artifacts” (ti spiega che puoi generare codice, documenti di testo o anche siti internet: si aprirà una schermata a lato della chat)
e LaTeX2.
Per ottenere l’opzione, è sufficiente selezionare l’opzione nello stesso riquadro in cui si digita la domanda. Gli “artifacts” sono in pratica dei documenti già pronti legati alle domande formulate, si possono copiare, pubblicare oppure si può chiedere a Claude di modificare alcune parti (quindi il programma presenterà le versioni editate). Facciamo un esempio. Nelle mie divagazioni pre-back to school, mi sono posta delle domande su quale percorso fare in quinta superiore, raccogliendo alcune sollecitazioni degli studenti già “maturati”. Tra le tante questioni ho chiesto a Claude di spiegarmi qualche grafico, di trasformare un grafico a torta in un istogramma (così giusto per divertimento), di fare previsioni sulle abitudini di lettura dei giovani, mi sono anche avventurata in discussioni filosofiche, ho chiesto di scrivere saggi, elenchi, mail…
Quando si attiva l’opzione Artifacts, si apre una finestra laterale e si può vedere il documento prodotto dall’AI o, se si preferisce, il codice generativo del documento stesso. Si possono utilizzare un quantità di token (che sono delle unità minime di parole, ma chiedi pure a Claude, su cui si misura la potenza di una AI, come i cavalli del motore di un’auto) gratuiti che poi vengono rigenerati. Ho anche interrogato Claude sulla letteratura e gli ho chiesto di spiegarmi l’impersonalità nell’opera di Giovanni Verga. Ho azzardato addirittura pretendendo il testo di una canzone sull’argomento: posso cliccare su “Publish” e rendere possibile accedere all’Artifacts grazie al link copiato (per vederlo clicca qui). Perché usare Claude? Per organizzare le idee, per ampliare la nostra prospettiva, e anche per la curiosità di giocare (mica è vietato). A volte mi serve per capire meglio che direzione voglio prendere e come puntellare il percorso, e se ciò che spiego e come spiego può essere reso più accessibile o più semplice e immediato, come un confronto con un amico estremamente saccente (ma che resta umile, eh) che mi regala tanti spunti che lui non saprebbe mettere insieme. Ma io sì.
Questo l’ho scoperto da poco e, niente, mi sono innamorata. È una AI sviluppata da Google, semisconosciuta, in Italia è arrivata questo giugno. Si chiama Notebook LM e vi lascio questo esempio su Giovanni Pascoli. A differenza delle AI come ChatGPT et similia, che recuperano le informazioni sulla base dei dati su cui sono “addestrate” (che sono enormi e svariate e sempre in aumento), su Notebook scegli tu le fonti da caricare fino a un massimo di venti.
Nel mio caso io ho estrapolato una serie di documenti (li trovi alla tua sinistra, nell’immagine: file PDF, file Word, siti web e anche le trascrizioni di video di YouTube) per crearmi il mio personale ripassone su Pascoli: ho ottenuto la cronologia, lo schema, la guida allo studio e delle fantastiche FAQ. L’ho pensato per far studiare i miei studenti ma anche per le crisi di ansia quando ci si avvicina alla zona Cesarini della maturità. Posso anche scrivere nella chat ponendo domande all’AI che andrà a caccia delle risposte spulciando tra i documenti caricati da te. E solo quelli. Quindi se tu sei certa delle fonti sei in una botte de fero. Mi sono divertita a chiedere alla mia Note di rispondere come Giovanni Pascoli.
Come si vede, le risposte vanno a pescare proprio nei documenti caricati. Diciamo che il livello di attendibilità è migliore di quella di Knownity (non la conosci? Probabilmente i tuoi alunni la usano… guarda qui. Personalmente non la trovo valida). L’unico neo è che la chat ogni volta si rigenera (ma non le note, che possono essere condivise).
Canva. Canva ha la risposta a milioni di situazioni. Non posso qui esaminare gli infiniti mezzi in cui questa app può esserti utile nella vita di docente, ma una in particolare mi sembra importante. Con l’account docente alcune (non tutte) funzionalità del profilo PRO sono gratuite. E non è poco. In secondo luogo, poniamo il caso che ci troviamo in emergenza e necessitiamo al fly di una presentazione per spiegare qualcosa agli studenti o ai colleghi. Cosa che chiaramente ci richiederebbe tempo e competenze che non sempre possediamo in abbondanza. Magari ci siamo presi pagine di appunti (io scrivo ancora sul quaderno A4 con la spirale, per dire) su come organizzare la lezione, abbiamo vergato pagine e pagine… ma quanto tempo dobbiamo perdere per fare una presentazione? Per fare prima, ho ripreso le mie domande inquisitorie sulla tematica dell’impersonalità in Verga e in particolare sull’eclissi dell’autore (perché è una questione ostica per gli studenti) e ho aperto un Doc su Canva, incollando tutto il contenuto plausibile con l’argomento.
È sufficiente chiedere di trasformare il testo in una presentazione, scegliere il modello che piace e il gioco è fatto. Certo, non sarà il top della presentazione strafica, ma se serve per spiegare meglio un concetto e avere qualcosa che i ragazzi possono sfruttare, mi pare un ottimo salvatempo. Poi chi vuole fare la presentazione WOW con tutte le tecniche grafiche può serenamente divertirsi. Va da sé che posso trasformare lo stesso testo in poesia, in schema di presentazione (per non avere tutto scritto, che è fastidioso), in una mail, in un copione, in un post di blog…
Udio. Mia sorella mi ha confermato che la collega smanettona di Chimica l’ha usata per spiegare in modo divertente. L’ho provata sia lasciando fare all’intelligenza artificiale (ed è venuto un risultato surreale: qui su complemento oggetto interno) sia inserendo il testo. (Sì, io passo del tempo a fare esperimenti prima di usare effettivamente qualcosa, perché voglio essere sicura che non mi farà perdere tempo dopo). Questa può essere un’idea interessante per l’inizio d’anno, ad esempio io ho provato a trasformare la storia dei Malavoglia in una canzone: il risultato è simpatico, anche nella versione trap. La mia idea è di chiedere ai miei studenti di realizzare una canzone orecchiabile per memorizzare le trame dei romanzi principali o degli argomenti più ostici. Avevo pensato al rap perché mi piace tanto il rap dei verbi inglesi.
Questi sono solo alcuni spunti per migliorare, mi verrebbe da dire: amplificare, il nostro lavoro, affinarlo.
Quali conoscevi già?
Come li utilizzi?
Ne conosci altri?
Intanto buon caffè (del martedì, e anche a mattina inoltrata)
Simona ☕️
Questa è l’AI di Antropic, una società nata da una costola di OpenAI (quella di ChatGPT). Quando Sam Altman, il papà di ChatGPT ha fiutato la barcata di soldi che poteva fare con l’AI, si è tappato il naso ed è passato sopra a molte cose. Alcuni non erano d’accordo, hanno salutato e hanno fondato Antropic, che come direbbe il nome dovrebbe essere più rispettosa delle libertà dell’uomo. Così è nato Claude.
Anche Substack ce l’ha: è particolarmente utile per la stesura di documenti complessi che richiedono una gestione sofisticata di riferimenti bibliografici, figure, tabelle, equazioni matematiche, e simboli speciali.
Questa una delle newsletter più utili di sempre. Grazie 😘